Mi chiedo come faccia la mia amica Alessandra a tagliare, cucire e spillare tutte quelle stoffe per dar vita alle sue magnifiche creazioni con quel frangettone davanti agli occhi. O come faccia a non perdere la pazienza in mezzo a tutte quelle Teste di Cactus che da mesi e mesi riempiono la sua stanza. Ma se vuoi essere amico di Alessandra devi smettere anche di porti mille domande, basta poco per volerle bene: il suo sorriso contagioso, la sua creatività e la sua aria (apparentemente) distratta.
Alessandra è in grado di trasformare vecchie stoffe o accessori di improbabili oggetti di uso quotidiano in articoli di artigianato unici nel loro genere. Nessuna bacchetta magica dunque, ma solo ago, filo, passione e tanti tessuti raccattati qua e là.
Le sue creazioni sono fatte tutte a mano, per questo i suoi lavori sono unici.
E così ecco una vecchia gonna dalla fantasia molto poco fashion (spesso ti chiedi come abbia fatto ad indossare un capo del genere) trasformarsi in un Cactus o ancora una maglietta rimpicciolita – dopo un lavaggio a 90° in lavatrice insieme a capi colorati- diventare un alberello. Gae,
Se ti sei incuriosito scopri tutta la collezione dei Cactus e dei nuovi Alberelli della Conoscenzasulla sua pagina Facebook: https://www.facebook.com/testedicactus
Se non lo fai…sei una Testa di Cactus!
TESTE DI CACTUS di Alessandra Chi.
“Teste di Cactus nasce nel dicembre del 2012 in risposta ad una domanda: “Come fare un regalo simpatico e originale alla mia migliore amica, se ha praticamente tutto?”.
Sono entrata della stanza del cucito di mia madre e ho cominciato a rovistare tra vecchi tessuti e abiti malconci accumulatisi lì negli anni: gonne agghiaccianti, vestiti sventrati, magliette ristrette da lavaggi sbagliati, tende, tovaglie…cose che non avrebbero avuto più un futuro se fossero rimaste nella loro forma ma che, forse, avrebbero potuto avere una nuova e più gloriosa vita sotto altre sembianze. E perchè non una pianta? Perchè non un cactus?
Poi, una vecchia scatola di biscotti di latta piena di bottoni, ereditata dalla mia nonna materna, mi ha suggerito il resto.
Da qui prende vita la linea “C’era una volta…”: i cactus di questa linea sono stati realizzati riutilizzando, dunque, vecchi tessuti che, una volta, erano qualcos’altro. Per questa ragione, sono a tiratura limitata. Devo ammettere che l’imbottitura è stata ricavata da alcuni cuscini scomodissimi che meritavano la morte. I cuscini, in ogni caso, non hanno sofferto.
Così, ogni pezzo ha una propria storia ed è unico nel suo genere; non ne troverete due uguali.”